Giugno 10, 2016

BEFORE I DIE | Primma ‘e murì per Giugno Giovani 2016

BEFORE I DIE | Primma ‘e murì
Napoli – Ansa del San Carlo in Piazza Trieste e Trento dal 12 al 30 giugno 2016

Giugno Giovani va consolidandosi sempre di più come appuntamento fisso annuale in città per promuovere il protagonismo giovanile, la creatività e l’innovazione, i luoghi e le occasioni di aggregazione fatte dai giovani per i giovani.

Per l’edizione 2016, e per festeggiare i nostri primi 5 anni di attività, proponiamo un’iniziativa che mira alla valorizzazione della creatività urbana con un esperimento di arte partecipativa e relazionale.
Durante gli ultimi anni, infatti, Napoli – già naturale museo diffuso –  accoglie e legittima sempre più l’arte di strada come mezzo critico d’espressione e opportunità di riqualificazione territoriale. L’arte esce dal museo e si appropria della città, lo spazio espositivo si frammenta e perde i suoi confini. La nostra città vive con urgenza queste esigenze: i nuovi approcci artistici e i fermenti creativi sono rivalutati dalla cittadinanza e dai turisti, e si individuano come mezzi che rafforzano il sentimento di appartenenza e il concetto di città-bene comune.

Il progetto: Before I die

“Before I die” è un progetto globale di arte pubblica che invita le persone a riflettere sulle proprie vite e a condividere le proprie aspirazioni in modo condiviso, appropriandosi di spazi cittadini. La prima installazione è stata creata a New Orleans nel 2011 dall’artista Candy Chang, designer: con l’aiuto di uno stencil, ha riprodotto centinaia di volte la scritta “Before I die I want to…” seguito da uno spazio vuoto e lasciato dei gessetti colorati a disposizione dei passanti, il tutto su un supporto in lavagna realizzato ad hoc e installato in uno spazio pubblico. Il giorno dopo i muri/lavagna erano stati riempiti da una miriade di colorati desideri. Il progetto nasce da un’idea semplice e atavica: qual è il tuo desiderio più grande? Cosa vorresti fare prima di morire? La risposta può essere scritta da chiunque colleghi i muri esterni (la città) e quelli interiori (spesso non diamo un nome ai nostri desideri e/o non combattiamo per realizzarli).
Un esempio di arte glocale, riproducibile e partecipativa: ogni città può candidarsi a installare un “Before I die wall”, può decidere dove porlo e per quanto tempo lasciarne fruire la città; ma soprattutto, in ogni città si può sperimentare il concetto di arte pubblica e partecipativa: usando un approccio al fare arte che coinvolge direttamente il pubblico nel processo creativo, autorizzandolo a divenire co-autore, editor e osservatore dell’opera medesima. Nasce così un’opera d’arte relazionale, dalle spiccate caratteristiche politiche e sociali al cui centro gravita la visione dell’uomo come animale anzitutto creativo. L’artista relazionale, abbandonando la produzione di oggetti tipicamente estetici, si adopera per creare dispositivi in grado di attivare la creatività dell’utilizzatore, trasformando l’oggetto d’arte in un luogo di dialogo, confronto e di relazione in cui perde importanza l’opera finale e assume centralità il processo, la scoperta dell’altro, l’incontro.

Il progetto di Cleanap

Attraverso l’installazione, si mira a usare la strada come terreno quotidiano d’espressione, non più ghettizzata, ma qualificata e riqualificante. L’arte diventa mezzo e fine di un progetto che dal tessuto urbano trae la sua linfa vitale. L’intervento di qualifica urbana nasce dalla necessità di sensibilizzare i cittadini nei confronti dell’arte come strumento di attaccamento al territorio.
Il progetto prevede l’installazione dell’opera in un luogo crocevia di persone, punto di aggregazione  e di passaggio pedonale, in modo da intercettare le persone che possono interagire facilmente con l’opera. Sulla lavagna pubblica verrà stampato in modo permanente la scritta “Before I die… seguita da colonne che riportano più frasi che recitano “Before I die I want to… (Primma ‘e murì vulesse…)”, seguite da una linea su cui chiunque può completare la frase con un suo desiderio.  La scelta della traduzione del format in lingua napoletana è fortemente voluta, sia per consentire la partecipazione a tutti gli strati sociali della cittadinanza, sia per connotare l’installazione con il contesto locale: l’identità partenopea resiste al processo di gentrificazione globale e anzi sottolinea le nostre radici storiche e culturali.
Ogni settimana saranno registrati tutti i desideri riportati sulla lavagna per poi essere ripulita e nuovamente pronta all’uso.

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