Febbraio 29, 2016

Di Maradona, murales e riqualificazioni auspicate

Oggi vi proponiamo un post di approfondimento su un argomento attualissimo e che è stato accolto con gioia in tutta la città: il restauro del murales dedicato a Maradona a via De Deo, nel cuore dei Quartieri Spagnoli.
Non stiamo qui a discutere dell’iniziativa, tanto lodevole quanto sentita e partecipata dai cittadini e dai media locali, di cui (qualora non l’avesse già fatto) potete leggere e approfondire sui quotidiani che ne hanno raccontato lo svolgimento in tempo reale.

Proprio perché molto entusiasti del restauro, oggi pomeriggio ci siamo recati a “rendere omaggio” all’opera muraria, che effettivamente – come abbiamo scritto in un post su facebook – dona un tocco di colore che ravviva tutto il vicolo!
Al di là dei pareri estetici su cui asteniamo qualsiasi tipo di giudizio, non essendo strettamente competenti, ciò che ci rende felici è che con questo restauro è iniziato un processo (più o meno latente, lo diranno i fatti) di riqualificazione della zona e proprio su questo assunto si vuole inserire la nostra riflessione che vi sottoponiamo in questo post.

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Come potete notare dalla nostra foto amatoriale, il murales si affaccia letteralmente in uno slargo che attualmente è utilizzato a mo’ di parcheggio per i residenti (lo si può presumere dal fatto che le auto sostino in doppia fila senza via di fuga; tale “metodo” implica che, in caso di necessità d’uscita, scatti la “cooperazione” del buon vicinato, una social street del parcheggio selvaggio, insomma…)

Quest’area, a nostro parere, potrebbe essere potenzialmente la chiave di volta di tutto il restauro, potrebbe contribuire alla riappropriazione di uno spazio in ottica sociale e aggregativa, nonché innescare effetti moltiplicativi derivanti dalla visita dei curiosi (cittadini e turisti) che si recheranno/recherebbero ad ammirare l’opera. Durante gli ultimi anni, infatti, Napoli – già naturale museo diffuso –  accoglie e legittima sempre più l’arte di strada come mezzo critico d’espressione e opportunità di riqualificazione territoriale che rafforza il sentimento di appartenenza e il concetto di città-bene comune. Immaginate lo stesso spazio antistante con  panchine, piante e giostrine o campetto* di calcio per bambini…Non sarebbe una bella proposta?

Nel pensare un intervento nell’area circostante ci è venuto spontaneo il parallelismo con un bellissimo esempio di resilienza esistente a Palermo, città per molti versi simile a Napoli.
Parliamo di Piazzetta Mediterraneo, nel cuore del quartiere Albergheria, praticamente nel mercato di Ballarò.
Per oltre 400 anni lo spazio ha ospitato una chiesa, distrutta durante la seconda guerra mondiale, poi è diventato – ahinoi – discarica a cielo aperto per quasi 70 anni, fino alla riqualificazione e riappropriazione sotto forma di giardino autogestito da cittadini che l’hanno intitolata al mar Mediterraneo, proprio per la sua ubicazione nel cuore del mercato, luogo simbolo di crocevia di popoli, culture, sapori che solo chi è stato a Ballarò può capire.
Chi tra voi vuole approfondire può consultare vari, interessantissimi articoli  e video online.

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Ci siamo forse dilungati sin troppo, ma tutto ciò per dimostrarvi che immaginare spazi con occhi diversi e nuovi non è un’utopia, è possibile e sarebbe anche auspicabile che tutti lo facessero!
Talvolta non è neanche così dispendioso quanto si può ipotizzare, se si adotta il metodo del DIY.  Guardate, per esempio, i così detti Pocket Park che ci hanno segnalato a seguito del nostro post su facebook gli amici del blog Idee per Napoli, carini, no?
Infine, vogliamo menzionare un ultimo esempio, per rispondere a quelli che commentano – sempre via facebook – ” Si tutto molto bello, ma mettere le panchine e le piantine x vederle distrutte dopo 1 mese serve a poco”.
Fermo restando che l’atteggiamento disfattista non ci appartiene, preferiamo essere sempre propositivi, sicuramente realisti, ma anche fiduciosi nel cambiamento (d’altronde siamo un’associazione e restiamo/resistiamo a Napoli!). Ebbene, l’esempio in questione è a pochissimi passi dal Maradona gigante ed è Largo Baracche, che è stato per anni (forse ultimamente un pò meno) simbolo della rinascita culturale dei Quartieri Spagnoli (ve la ricordate la galleria sotterranea?), slargo dove tutt’ora  si organizzano proiezioni e manifestazioni, concerti, vero e proprio cuore (o meglio “Quore”, ndr) delle opere street di  Cyop e Kaf che ormai connotano tutti i Quartieri (si, a Napoli i Quartieri Spagnoli, sono spesso definiti anche solo e semplicemente Quartieri, forse a simboleggiare la loro unicità) e che potete vedere consultando l’Open Map di Napoli Street Art.
Insomma, c’è tanto da scoprire e tanto da fare, ma ne abbiamo la voglia e le capacità!

Concludiamo questo lunghissimo post dicendo che non c’è nessuna velleità di critica artistica o urbanistica in queste poche righe, siamo grati per questo bellissimo dono restaurato e restituito alla città, si tratta semplicemente della proiezione su blog della “città che vorremmo”, non abbiamo verificato se l’area antistante Maradona sia un’area privata (e in questo caso, anche la scelta di avere dei parcheggi condominiali en plein air, potrebbe essere giustificata da un certo punti di vista), o un’area pubblica ( e in questo caso – che ci auguriamo – in quanto parte della neonata Agenzia di Cittadinanza della Secondo Municipalità, speriamo di poter portare questa proposta a dibattito pubblico e dialogare con le istituzioni preposte cercando di coinciliare il tutto anche con la necessità di parcheggiare dei residenti). Insomma, è tutto in progress…ma sarebbe proprio bello far adottare quei luoghi alla cittadinanza!


* Un campetto di calcio esiste proprio lì a due passi, dentro FOQUS Fondazione Quartieri Spagnoli in via Portacarrese a Montelavario, forse non tutti lo sanno però…

 

 

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